Impedenziometria BIA e analisi della composizione corporea in dialisi
Nei soggetti sani i fluidi corporei mantengono le loro proporzioni ideali (60% intracellulare (ICF) ICW e 40% extracellulare ECW). Tali proporzioni cambiano nei soggetti con patologie o malnutriti. Studiando i cambiamenti dei rapporti dei fluidi corporei è possibile comprendere la natura del problema e determinare con maggiore accuratezza le terapie da intraprendere.
La variazione del bilancio dei fluidi extracellulari nella TBW è spesso associato a cattive condizioni fisiche e può rappresentare un indicatore di problemi di salute. Ad esempio una delle funzioni principali dei reni è quella di mantenere un buon bilanciamento tra i compartimenti fluidi intra e extracellulari. Un aumento improvviso dell’ECW può essere associato ad una funzionalità renale non buona. In alcuni casi estremi se l’ECW diventa maggiore dell’ICW si può essere di fronte ad un’insufficienza renale.
Le variazioni di ECW e ICW giocano un importante ruolo in pazienti con patologie cliniche, in ambito ospedaliero, nutrizionale e in ambito sportivo. L’ECW aumenta a seconda del tipo di patologia e il segnale più frequente di questo aumento è l’edema.
E’ dimostrato che la misurazione del peso totale corporeo e del BMI sono indicatori inadeguati per il monitoraggio complesso dei cambiamenti della composizione corporea.
L’analisi della composizione corporea con BIA-Dex offre un notevole aiuto nella valutazione dei fluidi corporei nonchè nella programmazione e nel monitoraggio dello stato nutrizionale.
Alimentazione e Dialisi
I pazienti in dialisi hanno bisogno di seguire una dieta specifica per mantenere un buon stato di salute. La dieta deve essere bilanciata e adatta alle esigenze individuali del paziente. In particolare vi è la necessità di ottimizzare l’apporto di proteine, limitare l’assunzione di sale, potassio e liquidi.
Le fondamenta della dieta per pazienti affetti da insufficienza renale cronica e sottoposti dialisi comprendono la gestione dell’apporto proteico, la regolazione dell’assunzione di specifici sali (come potassio, fosforo, calcio e sodio) e il monitoraggio del consumo di liquidi. Queste misure mirano a prevenire la malnutrizione nei pazienti in dialisi.
L’emodialisi: una terapia per il trattamento dell’Insufficienza Renale
L’emodialisi è una terapia medica che ha rivoluzionato il trattamento dell’insufficienza renale cronica (IRC). Questo procedimento salvavita, che coinvolge l’uso di una membrana semipermeabile per purificare il sangue, rappresenta una pietra miliare nell’assistenza ai pazienti con funzione renale compromessa. Questo articolo esplorerà in dettaglio l’emodialisi, dalla sua storia e sviluppo ai principi scientifici alla base del trattamento, agli attuali progressi tecnologici e alle sfide che ancora persistono nel campo.
I Fondamenti dell’Emodialisi
Storia e Sviluppo
Per comprendere appieno l’emodialisi, dobbiamo fare un salto indietro nella storia e riconoscere il contributo significativo di pionieri medici. Il concetto di purificare il sangue attraverso un dispositivo esterno ha radici storiche, ma fu solo nel XX secolo che vennero sviluppati i primi prototipi di emodializzatori.
Uno dei momenti chiave nella storia dell’emodialisi è l’invenzione del “Coil Kidney” nel 1913 da parte del dottor John Abel. Questo dispositivo era un primo passo verso la creazione di una macchina emodialitica. Tuttavia, fu solo negli anni ’40 che Willem Kolff, un medico olandese, sviluppò la prima macchina per l’emodialisi, conosciuta come il “Kolff-Brigham Artificial Kidney.” Questo dispositivo venne utilizzato con successo per la prima volta nel 1945, aprendo la strada a nuove possibilità per il trattamento dei pazienti con IRC.
L’emodialisi è da allora continuamente migliorata, con progressi significativi nella progettazione di membrane, sistemi di controllo e monitoraggio, nonché nella gestione delle complicanze legate alla terapia. Questi sviluppi hanno contribuito a migliorare la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti con IRC.
Principi Scientifici dell’Emodialisi
L’emodialisi si basa su principi scientifici fondamentali legati alla diffusione, osmosi e ultrafiltrazione. Questi meccanismi fisici consentono la rimozione selettiva delle tossine e dei prodotti di scarto dal sangue, ripristinando l’equilibrio chimico nel corpo.
Diffusione: processo che consente alle molecole di passare attraverso una membrana semipermeabile in base al loro gradiente di concentrazione. Durante l’emodialisi, le molecole tossiche, come l’urea e la creatinina, diffondono dal sangue alla soluzione di dialisi a causa del loro gradiente di concentrazione.
Ultrafiltrazione: processo mediante il quale l’acqua viene rimossa dal sangue attraverso la membrana semipermeabile. Questa è una parte critica dell’emodialisi poiché consente di regolare il volume di liquido corporeo del paziente, prevenendo l’accumulo eccessivo di liquidi.
Osmosi: è coinvolta nella regolazione dell’equilibrio dei soluti tra il sangue e la soluzione di dialisi. Questo processo è controllato dalla differenza di concentrazione di soluti osmoticamente attivi tra le due parti della membrana.
Il Processo dell’Emodialisi
Preparazione del Paziente
Prima di iniziare l’emodialisi, è necessario preparare il paziente. Questo può coinvolgere la creazione di una fistola artero-venosa, un collegamento chirurgico tra un’arteria e una vena, solitamente nel braccio. La fistola permette un flusso di sangue adeguato attraverso la macchina emodialitica. La creazione di una fistola richiede un breve intervento chirurgico e un periodo di recupero.
Se la fistola non è ancora pronta, può essere necessario inserire un catetere temporaneo in una vena di grosso calibro, spesso nella zona femorale o in un’altra vena centrale. Questo catetere consente l’accesso temporaneo al flusso sanguigno per l’emodialisi.
La Macchina Emodialitica
La macchina emodialitica è al cuore del processo di emodialisi. Essa è composta da diversi componenti, tra cui il filtro (membrana semipermeabile), una pompa per il sangue, una pompa per il liquido di dialisi e un sistema di monitoraggio e controllo.
Il sangue del paziente viene pompato attraverso il filtro, dove avviene il processo di purificazione. Il liquido di dialisi scorre attraverso il lato opposto della membrana, creando un gradiente di concentrazione che facilita la diffusione delle tossine dal sangue al liquido di dialisi. L’acqua in eccesso viene rimossa attraverso l’ultrafiltrazione. Il sistema di monitoraggio e controllo regola costantemente il flusso di sangue e liquido di dialisi per garantire un trattamento efficace e sicuro.
Durata e Frequenza
La frequenza e la durata delle sessioni di emodialisi variano da paziente a paziente e sono determinate dalla gravità dell’IRC. In genere, i pazienti in emodialisi trascorrono circa 3-4 ore al giorno, 3 volte a settimana, nella sala emodialisi. Tuttavia, esistono protocolli più intensivi per i pazienti con IRC avanzata.
Benefici ed obiettivi dell’Emodialisi
Benefici dell’Emodialisi
L’emodialisi offre numerosi benefici ai pazienti affetti da IRC:
Rimozione delle tossine: L’emodialisi rimuove efficacemente le tossine e i prodotti di scarto dal sangue, riducendo i sintomi legati all’IRC.
Controllo dell’equilibrio dei liquidi: La terapia aiuta a regolare il volume dei liquidi corporei, prevenendo l’edema e altre complicanze associate all’accumulo di liquidi.
Miglioramento della qualità della vita: L’emodialisi può migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti con IRC. Rendendo possibile la rimozione delle tossine e il controllo dei liquidi corporei, i sintomi dell’IRC come affaticamento, edema e aumento della pressione sanguigna possono essere notevolmente alleviati. Ciò significa che i pazienti spesso si sentono meglio, più energici e in grado di svolgere attività quotidiane con maggiore facilità.
Obiettivi dell’Emodialisi
Nonostante i suoi indiscutibili benefici, l’emodialisi comporta anche diverse sfide e limitazioni che i pazienti e i professionisti della salute devono affrontare:
Vincoli di Tempo
Le sessioni di emodialisi richiedono un considerevole impegno di tempo. I pazienti devono trascorrere diverse ore in una clinica o un centro dialitico, spesso tre volte alla settimana. Questo impegno può influire sulla qualità della vita e sulla pianificazione delle attività quotidiane.
Impatto Psicologico ed Emotivo
La necessità di sottoporsi a emodialisi può avere un impatto significativo sulla salute mentale e emotiva dei pazienti. L’adattamento a una nuova routine e l’affrontare le sfide legate alla malattia renale cronica possono generare stress, ansia e depressione. È fondamentale il supporto psicologico e sociale per affrontare questi aspetti.
Limitazioni Dietetiche
Come descritto in precedenza, i pazienti in dialisi devono seguire una dieta specifica che limita l’assunzione di proteine, sale, potassio e liquidi. Queste restrizioni possono rendere la pianificazione dei pasti più complessa e influire sulla soddisfazione alimentare.
Complicazioni e Rischi
Nonostante la sua efficacia, l’emodialisi può comportare rischi e complicazioni. Alcuni pazienti possono sperimentare bassa pressione sanguigna, crampi muscolari, nausea o vertigini durante le sessioni di dialisi. Inoltre, l’accesso vascolare, come la fistola artero-venosa o il catetere, può diventare un punto di preoccupazione per infezioni o complicanze.
Costi Economici
Il trattamento dialitico è dispendioso dal punto di vista economico, non solo per i pazienti, ma anche per i sistemi sanitari nazionali o le compagnie di assicurazione. Le spese per le sessioni di emodialisi, i farmaci e altre necessità possono rappresentare un onere finanziario significativo.
Aspetti Sociali ed Emotivi
La dipendenza dalla terapia dialitica può influenzare le relazioni familiari e sociali dei pazienti. La necessità di pianificare le attività intorno alle sessioni di dialisi può rendere difficile la partecipazione a eventi o attività sociali.
Approccio Nutrizionale:
L’inizio del trattamento dialitico rappresenta un momento cruciale nella vita del paziente con insufficienza renale cronica (IRC). Nonostante i progressi delle moderne tecniche dialitiche, è innegabile che un risultato a lungo termine dipenda in modo significativo da una dieta adeguata. Questo passaggio comporta drastici cambiamenti nelle abitudini alimentari, in quanto la terapia dialitica modifica le esigenze nutrizionali del paziente.
In molti casi, la dieta passa da un regime a basso contenuto proteico (noto come dieta aproteica) a una dieta ricca di proteine ma limitata nell’assunzione di liquidi. Questo adeguamento è essenziale poiché durante la dialisi vengono eliminate sostanze fondamentali per la produzione di proteine. Pertanto, è necessario introdurre quotidianamente alimenti come carne, pollame, selvaggina, pesce, uova e latticini per garantire un adeguato apporto proteico. La scelta degli alimenti proteici specifici da consumare sarà guidata dai valori rilevati di fosforo nel sangue.
La restrizione del sodio è un altro aspetto importante della dieta in dialisi, poiché il sodio può influire negativamente sulla pressione arteriosa e sul peso corporeo. Il sodio può aumentare la sete e, bevendo di più, si rischia di accumulare peso in modo eccessivo, innescando un ciclo difficile da interrompere. Poiché la produzione di urina diminuisce gradualmente nel tempo, è cruciale regolare attentamente l’assunzione di liquidi, tenendo conto anche della quantità contenuta nei cibi, come minestre, budini, yogurt, frutta e verdura.
Per preservare la salute e il benessere dei pazienti in dialisi, è fondamentale limitare l’assunzione di potassio, che può essere pericoloso per la salute cardiaca. Ciò comporta la riduzione di alimenti come la frutta secca, i succhi di frutta e alcuni ortaggi. Inoltre, è importante prestare attenzione ai sali dietetici, che spesso contengono poco sodio ma possono avere un alto contenuto di potassio.
Durante le sedute di dialisi, vengono monitorati i livelli di potassio e sodio, consentendo di intervenire con una dieta appropriata in base alle esigenze specifiche del paziente. Questo è particolarmente rilevante nei pazienti appena iniziati alla dialisi o affetti da malattia renale policistica, poiché in alcuni casi il rene può ancora avere una buona capacità di eliminare il potassio.
Periodicamente, o su indicazione del medico nefrologo, vengono effettuate misurazioni bioimpedenziometriche prima e dopo la dialisi. Questo processo valuta le variazioni nella distribuzione dell’acqua tra le cellule e all’esterno delle cellule, nonché eventuali cambiamenti nella massa cellulare corporea. Uno degli obiettivi nutrizionali principali per i pazienti in dialisi è mantenere stabili le masse muscolari al fine di evitare la malnutrizione calorico-proteica.
Conclusioni
L’alimentazione rappresenta un pilastro fondamentale per il mantenimento del benessere generale dei pazienti con IRC sottoposti a terapia dialitica. Una dieta adeguata, combinata con un’efficace procedura dialitica, gioca un ruolo cruciale nel garantire una migliore qualità di vita e una gestione efficace della condizione del paziente. È fondamentale che i pazienti, in collaborazione con i professionisti della salute, mantengano un equilibrio nutrizionale ottimale per affrontare al meglio la sfida dell’IRC e della dialisi.